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Demonstrations in front of the parliament, Ljubljana, March 23 1993. Photo: Tone Stojko. © Muzej za novejšo zgodovino Slovenije [National Museum of Contemporary History], collection Tone Stojko, inv. n. TS19932303_22.

On Friday, 17th September 2021, our PI, prof. dr. Marta Verginella and two of our researchers, dr. Ana Cergol Paradiž and dr. Matteo Perissinotto participated at “Cantieri di Storia Sissco 2021” event.

The panel was titled “The post-war transition in Venezia Giulia (1918-1922): changes and expectations”. PI Marta Verginella presented paper titled “Practices of occupation and resistance in Venezia Giulia (1918-1920)”. Matteo Perissinotto participated as a coordinator as well as speaker with his presentation, titled “The administration of justice in Venezia Giulia (1919-1920)”, and he also read paper from our researcher dr. Petra Testen Koren, titled “The Gorizia area between reconstruction and transition (1918-1922)”. Ana Cergol Paradiž presented her paper “Citizenship and gender”.

As discussant was Anna Maria Vinci (University of Trieste). Participating on this panel was also Borut Klabjan (Scientific Research Center Koper) with paper “The infinite transition. Violence, state and civil society in the upper Adriatic area after the WWI”. The event was held in Italian language.

Marta Verginella presenting her paper titled “Pratiche di occupazione e di resistenza nella Venezia Giulia (1918 -1920)”.
Matteo Perissinotto presenting his paper, titled “L’amministrazione della giustizia nella Venezia Giulia (1919-1920)”.

 

Ana Cergol Paradiž presenting her paper “Cittadinanza e genere”.

ABSTRACTS:

Matteo Perissinotto (University of Ljubljana):

La transizione postbellica nella Venezia Giulia (1918-1922): cambiamenti e aspettative

Il panel si propone di analizzare la fase di transizione postbellica che seguì la Prima guerra mondiale nella Venezia Giulia, una regione etnicamente e linguisticamente mista dove vivevano italiani, sloveni, croati e tedeschi. Lo scopo del panel è quello di indagare, con una particolare attenzione alla storia di genere, le continuità e i cambiamenti che si verificarono in diversi ambiti: politico-istituzionali e giudiziari ma anche i passaggi di cittadinanza e le politiche di ricostruzione adottate dalle autorità italiane, militari e civili nel territorio appena conquistato.

Questa fase, che portò la sovranità della regione dall’Impero austro-ungarico al Regno d’Italia, non fu un passaggio immediato fra due compagini statali, ma fu un periodo intermedio, segnato sì da profonde discontinuità negli apparati statali, ma anche da continuità dovute al regime di occupazione, che dovette mantenere il più possibile la legislazione e le strutture amministrative esistenti non potendo sostituirle con quelle del Regno prima dell’annessione ufficiale del 1922.

La transizione come chiave interpretativa serve inoltre ad evidenziare come le conseguenze e le eredità della guerra, la violenza e la militarizzazione delle vite incisero in modo particolare sulla società in una regione così complessa da un punto di vista sociale, etnico e linguistico.

La transizione istituzionale si realizzò attraverso spinte centripete e centrifughe e di sovente la richiesta di italianizzare la regione fu più radicale negli ambienti locali che non in quelli centrali. Furono soprattutto i primi, influenzati dall’antislavismo e dall’irridentismo, a voler rivendicare il particolarismo della regione. Le conseguenze della guerra, unite alla scarsa conoscenza del territorio e le difficoltà di controllo dello stesso, soprattutto nei primi due anni dell’occupazione, diedero vita a fenomeni di resistenza e insofferenza nei confronti delle autorità italiane non solo tra la popolazione slovena e croata diffidente se non ostile alle autorità del Regno, ma anche in parte della popolazione italiana.

Quello che emerge dalle fonti è la differenza tra le diverse aspettative in campo: da parte italiana vi fu il desiderio di avere dei nuovi e leali cittadini; mentre da parte della popolazione giuliana l’occupazione militare fu vissuta come una fase di forte tensione, caratterizzata dalle crisi economica e sociale, dalla violenza politica e dall’ascesa del fascismo di confine.

Il panel tenterà di rispondere a più questioni: Come le autorità italiane implementarono la propria attività e presenza? Quali strumenti furono messi in campo per controllare il territorio e la popolazione? Come varia la periodizzazione tra i diversi aspetti trattati? Come reagirono la popolazione e le élite locali? Quali furono i soggetti coinvolti? Quali aspetti ebbero particolari ricadute sulle donne e come queste ultime agirono in questa fase?

 

Marta Verginella (University of Ljubljana):

Pratiche di occupazione e di resistenza nella Venezia Giulia (1918 -1920)

Le pratiche di occupazione da parte del Regno d’Italia si differenziarono a seconda delle zone amministrative, delle loro caratteristiche etniche, ma anche in risposta all’atteggiamento della popolazione locale nei confronti delle nuove autorità. La relazione indagherà le diverse peculiarità analizzando sia le relazioni inviate dai Commissariati civili dei singoli distretti al Governatorato della Venezia Giulia, sia le fonti slovene e croate, soprattutto la stampa. Particolare attenzione sarà dedicata alla questione della scuola e di genere.

 

Borut Klabjan (Centro di ricerche scientifiche Capodistria):

La transizione infinita.

Violenza, Stato e società civile nell’area altoadriatica dopo la Prima guerra mondiale

Il presente intervento indaga il rapporto tra Stato e società analizzando la percezione della violenza politica nella regione altoadriatica annessa all’Italia dopo la Prima guerra mondiale. Recuperando le voci di chi subì le violenze (avversari politici, minoranze etniche), invece di usare fonti dei perpetratori (formazioni nazionaliste, squadre fasciste ecc.) o di chi la avrebbe dovute impedire e sanzionare (istituzioni statali), risulta che le violenze ebbero un impatto multiforme. Il ruolo ambiguo delle autorità italiane nei confronti delle violenze minò la loro credibilità e contribuì ad una “transizione infinita” dell’area altoadriatica.

 

Matteo Perissinotto (University of Ljubljana):

L’amministrazione della giustizia nella Venezia Giulia (1919-1920)

Si vogliono analizzare le modalità con le quali il Regno d’Italia amministrò la giustizia nei primi due dell’occupazione della Venezia Giulia (1919-1920). Fonte principale dell’intervento sono le statistiche giudiziarie redatte dal Procuratore di Stato, le quali forniscono informazioni di tipo statistico e quantitative, ma anche qualitative indicando le difficoltà nell’applicazione della legge austriaca, le tipologie di reato e le strategie messe in atto o consigliate per ridurre tali fenomeni, come ad esempio quello del brigantaggio.

 

Petra Testen Koren (University of Ljubljana):

Il goriziano tra ricostruzione e transizione (1918-1922)

L’intervento tratterà della ricostruzione del goriziano (1918-1922), un territorio particolare prima di tutto perché fu uno dei principali campi di battaglia del Fronte Isontino (1915-1917). Saranno analizzate le politiche adottate dalle autorità prima militari e poi civili italiane, ed esplorate le reazioni della popolazione e dell’élite locali. Sarà prestata particolare attenzione alle donne: come hanno affrontato la situazione non solo nel ruolo di figlie, mogli, spose, madri, ma anche in qualità di lavoratrici e il loro rapporto con le istituzioni sia statali che ecclesiastiche.

 

Ana Cergol Paradiž (University of Ljubljana):

Cittadinanza e genere

L’intervento vuole approfondire il tema della cittadinanza nella fase di transizione postbellica nella Venezia Giulia. Negli stati nati dalla frantumazione dell’Impero austro-ungarico, così come nelle regioni che dopo la Prima guerra mondiale vennero annesse all’Italia, gli accordi di pace di Parigi e i successivi trattati non riuscirono a stabilire una chiara prassi legislativa riguardo il tema della cittadinanza. Furono numerosi i casi di persone, che pur vivendo in queste regioni da molto tempo o persino dalla nascita, si videro negata la cittadinanza italiana. L’intervento vuole ricostruire il profilo di queste persone, con speciale attenzione alle questioni nazionali, di classe e specialmente di genere.

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